venerdì 6 maggio 2011

World Invasion (2011)

Dopo una giornata da incubo tra lavoro, biglietti sbagliati, dentisti impazziti e portafogli vuoti, un bel film di guerra con tanto di invasione aliena ci voleva proprio. Nonostante non l'avesse cagato nessuno, World Invasion lo volevo proprio vedere, da buon appassionato di marziani incazzati. 

Sulla trama non c'è molto da dire, è piuttosto classica: un esercito alieno sbarca sulla terra attaccandola improvvisamente con l'obiettivo di colonizzarla per appropriarsi delle sue risorse naturali. In tutto questo gli esseri umani sono trasformati in prede da cacciare, soverchiati dalla superiorità militare dell'avversario extraterrestre. La vicenda si svolge interamente a Los Angeles, dove uno sparuto gruppo di marines deve cercare di salvare la pelle in un ambiente totalmente ostile. La prima parte del film è molto interessante, perchè insieme all'azione incessante si insiste molto sul lato umano della vicenda e soprattutto sul terrore provato da questi soldati di fronte ad un avversario che sembra invincibile. La tensione è sempre altissima, nessun posto sembra sicuro, proiettili ed esplosioni di sprecano. Per portare a casa le chiappe c'è da sudare parecchio e questo è ancora più chiaro quando partono le panoramiche su una L.A. rasa al suolo ed allo stremo delle forze.
Più scorrono i minuti però, più questi marines si rendono conto di essere nati sullo stesso pianeta di Chuck Norris e le loro armi diventano più potenti, più precise, diventano forti e coraggiosi come dei leoni. Il resto è intuibile...
 In poche parole il film diventa una cagata e si riduce ad uno smodato elogio del patriottismo e dell'esercito americano. Il finale inoltre è palesemente riciclato da Independence Day di Emmerich e non aggiunge niente ad un film che a quel punto ha ormai ben poco da dire.
Occasione persa, il regista Liebesman parte bene ma poi si tuffa in una campagna di reclutamento militare stucchevole, anche se prevedibile in un film del genere.
Ma quando lo vedremo un esercito alieno che colonizza davvero la terra? Questi si fanno miliardi di chilometri con astronavi gigantesche, favoriti da tecnologie più avanzate di centinaia di anni rispetto alle nostre, sono tanti, incazzati neri, armati fino ai denti, difficili da abbattere, eppure fanno sempre la figura dei fessi di fronte ad una manciata di marines, ad un "raffreddore" o ad una spruzzata d'acqua! Ma ridatemi Cloverfield, un bel mostro che non abbatti nemmeno con un missile in mezzo agli occhi, e che ti fa un culo grosso come una casa! Tutti a letto, e senza cena!

mercoledì 4 maggio 2011

Fratelli Calafuria // Musica Rovinata (2011)

Musica Rovinata è un disco folle che contiene una serie infinita di sperimentazioni, qualche volta ben riuscite e troppo spesso invece forzate, e che spazia tra un centinaio di generi differenti, dal pop all'alternative, passando per il reggae e la disco. Non è originale nè innovativo, e anche se bisogna riconoscere l'abilità della band nella ricerca dei suoni non si può non cogliere le pesanti influenze che vanno dal peggior Mike Patton ad un Frank Zappa in overdose (non me ne voglia Frank...). E' un lavoro difficile da digerire. Gli spunti interessanti ci sono, ma vengono soffocati da un'atmosfera decisamente troppo delirante, troppo "contro" a tutti i costi. Probabilmente è proprio questo il taglio che i Fratelli Calafuria hanno voluto dare a Musica Rovinata, antimusicale al cento per cento, ma questo rappresenta  il limite di un disco che difficilmente potrà avere una continuità nel futuro.
Pezzi migliori Fare Casino, Disco Tropical e Pulsantoni. 

Per concludere, penso che possa piacere a tutta quella schiera di indiefighetti che grideranno al miracolo e probabilmente lo etichetteranno come un disco epocale, ma io li preferivo nel loro vecchio stile, sempre "strampalato" ma molto più convincente ed efficace. A mio parere, purtroppo, è un lavoro inascoltabile.

martedì 26 aprile 2011

Graveyard // Hisingen Blues (2011)

Che disco pazzesco! Di certo i Graveyard non sono più una sorpresa, ricordo ancora bene l'esibizione devastante al Roadburn 2010. Non li conoscevo, e mi fecero letteralmente cadere la mascella per tutto il set. Questo album non fa altro che confermare quanto di buono sanno dare sul palco, non esagero quando dico che sarà sicuramente uno dei dischi migliori del 2011. La matrice è anni '70 fino al midollo, suonato benissimo grazie alla classica perizia tecnica svedese, con suoni molto curati, vivi, ed una registrazione a mio parere davvero ottima e lontana dal lo-fi che siamo abituati ad ascoltare ultimamente con la scusa che "fa figo". Le idee ci sono, e a volontà! Hisingen Blues è un album che seppur rock al cento per cento, sa anche essere piacione al punto giusto, creando quel mix dal quale spesso riescono a nascere canzoni memorabili. Non per niente pezzi come Ain't Fit To Live Here, No Good, Mr. Holden o The Siren sono decisamente sopra la media. I richiami ai Led Zeppelin sono forti, ma chiunque faccia hard rock deve pagare dazio e non mi sento di definirlo un difetto in disco comunque ispirato come questo. Per finire una nota di merito a questi quattro musicisti, che riescono a suonare con un tocco e con delle dinamiche che sono assolutamente fuori dal comune e fuori dal tempo. E' incredibile come in alcuni momenti ci si senta catapultati indietro di trent'anni a scapocciare di fronte ad una pila di ampli indossando un paio di jeans a zampa.
Insomma...applausi a scena aperta per i Graveyard, che ormai danno la paga a una lunga schiera di band che vorrebbero ma non possono (WItchcraft?). C'è poco da fare, la classe non è un diritto acquisito, nè la si può comprare.

A Light In The Fog Night #4 // Mezcal + Con*fusione @ Acropolis // 27-04-2011

Quarta serata A Light In The Fog. Mezcal e Con*fusione sul palco. Arci Acropolis di Vimercate, si entra a babbo morto, birra a 3 euro, due concerti di band italiane. E poi non ci lamentiamo!


Andiamo avanti per la nostra strada, ormai come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Può sembrare un'affermazione retorica, ma il pubblico di nuove leve ha le palle grosse come una nocciolina tostata. Tante pretese, tanti pianti, tanti lamenti, ma nessun impegno, nessuna passione. I "vecchi" dominano, questa è l'unica verità.

venerdì 22 aprile 2011

E Big Four sia!

Ho concluso che arrivare alla soglia dei trenta senza aver mai visto dal vivo Metallica e Slayer sia una vera vergogna, quindi ho deciso di rimediare. Il biglietto del Big Four è mio! Si prevede headbanging selvaggio e ininterrotto!


Roadbun, c'eravamo tanto amati

L'edizione 2011 del Roadburn è archiviata. Un'edizione strana, particolare, fuori dal comune per il sottoscritto...ma di questo parlerò dopo.

Il bill non era di certo tra i più esaltanti, almeno per i miei gusti, e sono partito per questa ennesima avventura un po' scarico, con meno aspettative del solito. In ogni caso la buona musica non è mancata e in alcuni casi il livello di qualità ha raggiunto vette altissime, vedi l'esibizione superlativa dei Black Mountain, le martellate sui denti dei Voivod, la solita straordinaria prestazione degli Atomic Bitchwax e l'alienante esperienza dei Godflesh. I grandi classici come Candlemass e Pentagram fanno sempre la loro figura ma faccio ormai fatica a reggerli più di tanto, mentre apprezzo sempre le belle sorprese come il concerto dei Lonely Kamel, che hanno mostrato un tiro doppio rispetto alla media del festival, un interessante Imaad Wasif, settantiano fino al midollo e i cattivissimi Black Pyramid dei quali colpevolmente conoscevo solo il nome. Delusioni cocenti? Shrinebuilder, Corrosion Of Conformity e Beaver, tutti bocciati. Per il resto tanti buoni concerti, ma nella media. Una media sicuramente alta, ma pur sempre di media si parla.

Quattro anni sono passati dalla prima volta che varcai la soglia dello 013, pieno di orgoglio, un po' spaventato e soverchiato dalla leggenda del Roadburn. Anno dopo anno cominci ad ambientarti, cominci a conoscere (e riconoscere) la gente, il locale, la città, i luoghi e puoi muoverti per Tilburg come se fosse casa tua. E' proprio questa sensazione di estrema familiarità che mi ha spiazzato quest'anno, ho vissuto il festival come un semplice contorno alle passeggiate mattutine, agli hamburger del Grass Company, alla colazione del sempre più decadente Hotel Central e agli amici, vecchi e nuovi che siano. Non che questo sia del tutto negativo, ma è qualcosa che mi porta a fare delle considerazioni anche economiche sulle prossime edizioni. Forse è voglia di cambiare, ma è anche possibile che il bill non completamente all'altezza abbia influito sul mio stato d'animo. 
E' bene attendere ragionando a mente fredda, ma la domanda comincio a pormela già da ora: ne vale ancora la pena?

lunedì 28 marzo 2011

King of the road says you move too slow // Fu Manchu @ Spazio 211, 24-03-2011

Quanto tempo ho dovuto aspettare per vivere un loro concerto...anni interi a idolatrarli come una delle mie band preferite di tutto il pianeta, anni nei quali sono riuscito a perderli per i motivi più disparati. Questa la consideravo una delle ultime occasioni, una sorta di ultima chance, o dentro o fuori, ora o mai più. Torino non è così distante pur essendo un giovedi sera, il prezzo di 17 euro compresa la prevendita è onesto, quindi si parte!
Lo Spazio 211 non è male, anche se la disposizione lascia pensare che l'acustica non sia il massimo. L'impressione viene confermata dai locals, che suggeriscono di rimanere al centro, di fronte al palco, per avere la resa migliore.
Alle 23:00 si scatena l'inferno! I ragazzi sono infuocati, i suoni molto buoni, potenti e pesanti come degli schiaffi in pieno volto. Si inizia con una manciata di pezzi "di riscaldamento", tra i quali una mitica Hell On Wheels, con conseguente pogo a pochi passi di fronte a me. Quando tocca a In Search Of sono al settimo cielo. I pezzi sono suonati benissimo, sono tutti in forma e poco importa se Scott Hill con quei capelli sembra He-Man. L'album è di per sè fantastico, e dal vivo i Fu Manchu lo valorizzano al centodieci per cento, suonando precisi e feroci come delle macchine. Il concerto termina con alcuni pezzi storici su richiesta, tra i quali l'immancabile Evil Eye e la conclusiva King Of The Road.
Vedere gruppi di questo calibro sul palco fa riflettere. Non sono molti quelli che possono vantare una grande abilità sul palco, una personalità straripante e allo stesso tempo dei pezzi stratosferici. Si, perchè i Fu Manchu hanno snocciolato per questo live (ed in tutta la loro carriera) una serie impressionante di canzoni eccezionali. E' questo che fa la differenza tra una buona band ed una band leggendaria.
Concerto memorabile per me, è una questione di cuore.

Il Rito

Il 2011 si sta rivelando una annata interessante per l'horror e affini, non c'è dubbio. Le uscite ci sono, molte arriveranno, e mi ritrovo a dover pianificare le scelte per le pellicole future. Bene, ottimo direi!
Devo dire che gli esorcismi mi hanno un po' stancato, è difficile trovare elementi di novità quando l'argomento è così trito e ritrito! Ho ancora bene in mente quella cagata de L' Ultimo Esorcismo, il classico esempio di una idea discreta realizzata nella peggiore maniera possibile...
Ma ne Il Rito c'è Anthony Hopkins, e questo basta ad assicurare la mia presenza!
In effetti il film è buono, con una storia che sta in piedi e che ci offre l'ennesimo punto di vista differente sull'argomento: un giovane senza fede diventa prete per caso, e viene spedito volente o nolente a Roma per occupare una poco ambita poltrona da esorcista. Durante il viaggio verrà affiancato all'esperto Anthony Hopkins, anch'egli prete atipico e anarchico, il quale avrà il compito di convincere il giovanotto che quando si parla del diavolo, non solo spuntano le corna, ma qualcosa di vero c'è!
La prima parte del film mi è piaciuta molto, perchè mostra la situazione in maniera molto realistica e per nulla romanzata, tenendo alta l'attenzione e la curiosità per qualcosa che non è scontato o già visto (almeno non del tutto). Qualche problema invece comincia a palesarsi nelle battute finali, dove l'abuso di effetti digitali e una chiusura decisamente frettolosa lasciano una sensazione di occasione persa.
Hopkins è grande e interpreta il suo ruolo alla perfezione, mentre Colin O'Donoghue nei panni del giovane esorcista lascia un po' a desiderare. Non entra mai nel personaggio e sembra un manico di scopa, non ci siamo!

In conclusione, film più che discreto. Pur non essendo un capolavoro lo si guarda volentieri, non sono soldi buttati!

mercoledì 16 marzo 2011

Rock in IdRho // Line Up ufficiale

Ecco la line up ufficiale e definitiva del Rock in IdRho:

FOO FIGHTERS
IGGY & THE STOOGES
SOCIAL DISTORTION
BAND OF HORSES
THE HIVES
FLOGGING MOLLY
MINISTRI
OUTBACK

Sono rimasto molto deluso dalle ultime due band annunciate, cioè i Ministri e gli Outback, entrambi italiani. I primi sono partiti col botto, ma i live a cui ho assistito sono stati deludenti e non mi è piaciuto particolarmente il disco. Li trovo decisamente sopravvalutati. Degli Outback ho sentito poco, e su quella miseria stendo un velo pietoso. Si preannuncia una giornata in compagnia di orde di indiemoalternatintellectual, servirà uno stomaco forte e una buona dose di pazienza per sopportare tutto questo.

lunedì 7 marzo 2011

Piranha a poppa!

Ieri sera è toccato a me. Piranha 3D era uno dei film più attesi di tutta la stagione, non appena ho avuto l'occasione mi sono fiondato al cinema dietro casa, esaltato come non mai!
La trama ormai la conoscono anche i muri, sta di fatto che un terremoto apre una faglia sul fondo di un lago, dal quale sbucano migliaia di piranha voraci e blablabla...ma che importa? La vera forza del film sta nelle due colonne portanti: gnocche da paura e violenza esplicita!

Lo scenario in cui si svolgono le vicende è Lake Victoria, località lacustre dell'Arizona caricata a molla in occasione dello Spring Break. Non c'è nemmeno tempo di godersi i primi culetti saltellanti che i nostri pesciolini preferiti divorano il primo, ignaro pescatore, dando inizio alla loro caccia al cibo. Prima di arrivare alle scene clou del film, incontriamo adolescenti arrapati, lesbo spogliarelliste guidate dal nostro vecchio amico Ultraman (!!!), bambini di cinque anni più sgamati di Lindsey Lohan e Doc di Ritorno Al Futuro che interpreta un esperto scienziato esperto di tonno pinna gialla.
Tutto questo mentre i piranha mietono vittime, avvicinandosi alla festa in spiaggia, dove si consuma una vera e propria mattanza di oltre quindici minuti nei quali si vede di tutto. Corpi mutilati, sangue ovunque, braccia mozzate, corpi dilaniati, mutilazioni assortite...tutti avviene senza pietà e nel modo più esplicito possibile, alla luce del sole. Qui non c'è spazio per l'immaginazione! Il finale è più che improbabile, ma è perfettamente in linea con lo spirito che il regista ha voluto dare alla pellicola.

Alexandre Aja ha fatto davvero un ottimo lavoro, Piranha 3D ha tutte le caratteristiche che servono per un film del genere (trama inesistente e surreale, donne, violenza), è girato molto bene e a livello visivo è molto interessante, nonostante l'abuso di CGI. Il cast d'eccezione (anche Eli Roth fa la sua comparsata) impreziosisce il tutto .

Per quanto mi riguarda il film è ottimo, da non perdere per tutti gli appassionati del genere. Per tutti gli altri si tratta solo di soldi buttati, per il cinema e per i chili di plasil che serviranno a placare lo stomaco sottosopra.