lunedì 27 dicembre 2010

A Light In The Fog

Qui tra le nebbie lombarde non si scherza affatto...inizia la nuova avventura, con i soci di sempre, e comunque vada, sarà un successo. Solo il fatto di tirare fuori le palle e mettersi in gioco, di questi tempi, è in controtendenza, quindi chiappe strette e pedalare. Che Lemmy ci protegga!
Primo appuntamento A Light In the Fog:
Loud Nine + Bang Bangalow - 26/01/2011 @ Circolo Arci Acropolis - Vimercate

mercoledì 15 dicembre 2010

Fu Manchu in tour nel 2011


I Fu Manchu sono una delle mie band preferite, tanto che amo anche gli ultimi lavori tanto bistrattati dai puristi. E nonostante questo sono riuscito a perderli ogni volta che sono venuti in Italia...una vera vergona. Questa deve essere l'occasione buona, non mi perdonerei un'altro doloroso pacco!
Durante questo tour suoneranno per intero il loro album che ho amato di più in assoluto, In Search Of..., oltre ad altri pezzi assortiti immagino. Non c'è un solo motivo per cui non dovrei presenziare, quindi mi metto in auto già da ora, come un vero re della strada, pronto per la trasferta.

Tiro le fila

Nelle ultime settimane è successo di tutto, e sono sempre più deciso a stringere i denti per concludere con dignità questo 2010 orribile e catapultarmi nel 2011 con tutta la fiducia possibile.
Nel frattempo mi sono dato da fare: ho acquistato i biglietti per il Roadburn, prenotato una settimana di vacanza a Praga a Gennaio, tramato con i miei nebbiosi compari e visto qualche concerto tritacarne qua e la (K2B, Ozric Tenctacles). Qualcosa di buono c'è sempre.
In compenso il tempo è davvero risicato, quindi preparare la mia classifica perkeliana dei migliori dischi del 2010 si sta rivelando impresa ardua. Ho ancora molti album da ascoltare, ma per fortuna ci sono già delle certezze inossidabili.
Augh

mercoledì 10 novembre 2010

Voivod @ Roadburn 2011


Del Roadburn si può discutere all'infinito. Ci si può scontrare sulla tendenza a presentare band non prettamente heavy psych, sul prezzo sempre più alto di una trasferta in questi tempi di crisi, sulle modalità di acquisto dei biglietti macchinose...ma nel momento in cui presentano i Voivod, c'è ancora qualcosa di cui parlare? Roba da bagnarsi le mutande!

Lo stregone elettrico fa ancora paura?

Dopo la svolta di Witchcult Today, gli Electric Wizard sono tornati con Black Masses, il nuovo disco tanto atteso da tutti i cultori della band. Chi auspica un ritorno al super doom-sludge di Dopethrone sicuramente rimarrà deluso, visto che la linea seguita dalla band è la stessa tracciata con l'album precedente. In effetti le similitudini con Witchcult Today sono molte: drumming identico e un po' monotono, suoni lo-fi vintage fino al midollo (pure troppo, c'è poca botta, poca potenza), riff non sempre particolarmente geniali e una voce poco aggressiva. Detto così, potrebbe sembrare un disastro, invece Black Masses mi piace! Nonostante i difetti ci sono dei buoni pezzi, alcuni ottimi come Scorpio Curse, è un lavoro omogeneo, suonato marcio e oscuro come solo loro sanno fare. A proposito di oscurità...la formula è identica a quella utilizzata nel disco precedente, quindi troveremo le stesse vocine diaboliche e le stesse atmosfere, che ora non sembrano più così originali. Le autocitazioni sono molte, così come è innegabile che non sia uno dei loro migliori lavori, ma questo non toglie che gli Electric Wizard siano ancora in grado di scrivere dei bei pezzi e di fare un buon album come quest'ultimo, capace di risuonare in testa in continuazione. Ormai la loro strada è quella di mettere in musica tutti quei b-movie horror anni '60/'70 che tanto li appassionano, piaccia o no. I tempi della violenza infinita sono passati; posso capire chi li rimpiange, ma è giusto che una grande band che si rispetti provi ad evolversi cercando nuove strade. A maggior ragione perchè qui non si tratta del solito discorso legato alla commercializzazione e ai soldi facili, non si sono prostituiti al dio denaro, è solo una naturale evoluzione della loro storia musicale. Tanto di cappello per chi ha il coraggio di mettersi in gioco.

Lo stregone fa sicuramente meno paura di prima, ma ha ancora le sue carte da giocare.

giovedì 4 novembre 2010

Può una Pontiac(k) attraversare il deserto?

Eccome se può! Ieri sera il Magnolia sembrava una location di The Walking Dead in salsa tricolore, complice la partita di Champions League del Milan (grazie Mou) e probabilmente lo scarso appeal di questi boscaioli barbuti. Nonostante i Pontiak li conosca poco, il live di circa un'ora è stato carino, i pezzi fanno la loro porca figura dal vivo, ed i suoni erano davvero ben fatti, massicci e potenti. L'unica pecca del trio è stato il batterista, decisamente una serata no per lui, troppo impreciso e incostante. E devo anche dire che le sue parti non mi fanno impazzire.
Il fatto che il locale fosse semi deserto non è stato poi così negativo, anzi. Sembrava quasi di sentirseli in cameretta! Nessuna ressa, nessuna coda ne al bar ne in bagno, all'esterno un silenzio irreale, ed il palco bene in vista da qualsiasi angolazione.
pontiak
Ultima considerazione: sono un pirla, non ho comprato neppure un vinile. Le mie braccia si stanno accorciando a vista d'occhio.

martedì 26 ottobre 2010

R.I.P. Paul


Il vero eroe del mondiale 2010 ci ha lasciati, addio Paul.

In Sudafrica lo spettacolo calcistico è stato deprimente, ma c'eri tu Paul, che fluttuando di cubo in cubo azzeccavi tutti i pronostici. Più importante di Messi e Kakà, sicuramente più decisivo di Xavi e Iniesta, sei tu il vero vincitore della competizione. Studio Aperto dovrebbe renderti membro ad honorem del consiglio d'amministrazione, poichè sei riuscito a reggere da solo l'intero palinsesto del "tg", concedendo solo qualche minuto prezioso all'emergenza meteo e all'orsetto Knut.

E ora fai quello che ti riesce meglio:



lunedì 25 ottobre 2010

Splash!

Il fatto: Krasic si tuffa in area di rigore, simulando in maniera ignobile ed inequivocabile.

Queste sono le reazioni dei compagni (tratte da calciomercato.com):

"Krasic cade, l'arbitro fischia e Iaquinta sbaglia. Meglio così? Nemmeno per sogno. 'Il rigore non c'era, ma sarebbe stato meglio segnarlo comunque'. L'analisi di Chiellini può far inorridire chi chiede ai calciatori più fair play, ma in chiave di classifica non fa una piega.
Nel dopo partita del Dall'Ara tiene banco il caso del novello stunt-man Krasic.
Anche Bonucci gioca in difesa del serbo: 'Un peccato aver fallito il penalty. E' vero, i calciatori dovrebbero aiutare la terna arbitrale, ma certe cose possono capitare quando non si riesce a trovare la via del gol'. Onestà e schiettezza nelle parole di Aquilani, anche lui schierato dalla parte di Krasic: 'Milos è un ragazzo sensibile, l'ho visto molto giù di morale. Non è giusto colpevolizzarlo, dice di aver sentito un tocco'. "
(Leggo - Edizione Torino)
Link all'articolo

Come se non bastasse stamane leggo l'articolo di Massimo Mauro su repubblica.it, intitolato Non condanniamo Krasic, la colpa è dell'arbitro, e mi viene davvero da vomitare. C'è qualcosa che non riesco a comprendere quando leggo che "c'è poi la dinamica dell'azione a scagionarlo: Portanova è stato furbo, ha fatto finta di entrare e si è fermato. Krasic è rimasto sorpreso, si è buttato, ma l'errore grave è stato dell'arbitro e del guardalinee: non hanno visto che non c'era stato nessun contatto, eppure era una cosa evidente." Ma certo, il furbo è stato Portanova, che si è spostato poco prima dell'impatto! Come ho fatto a non pensarci! E poi questo arbitro...non ha visto il contatto ed è quindi colpa sua, solo sua! Il povero Krasic era così scosso durante la partita, che non me la sentirei di dargli un altro dispiacere squalificandolo. Povero cucciolo...l'inganno è cosa da poco, in Italia lo fanno tutti! Infatti come dice Bonucci, sono cose che capitano quando si cerca la via del gol, la truffa ci può stare. Da che mondo è mondo è il più furbo che vince, non il più bravo. Certo è che questo rigore, seppur figlio di una piccola marachella, andava segnato, come fa notare il buon Chiellini!

Quindi, riassumendo:
Portanova è il furbetto del quartierino, una tirata d'orecchie se la merita tutta.
L'arbitro andrebbe mandato ai lavori forzati, visto che è colpa sua.
Krasic non è responsabile delle proprie azioni, ed è vittima delle malelingue. Essendo un ragazzo sensibile, potremmo fare una colletta e regalargli un orsacchiotto di peluche da stringere forte forte.

Io intanto continuo a seguire sempre di più la Premier, dove l'inganno è un disonore, e dove certe menti illuminate non trovano spazio. Avanti così Italia, che il fondo non l'abbiamo ancora toccato!

martedì 12 ottobre 2010

Cox 18 Reloaded

E' passata una vita, ma finalmente si torna al Cox per una Night For The Deaf vecchio stampo, di quelle che lasciano il segno. Si riparte con i Farflung, che fanno tappa a Milano nel contesto del loro tour europeo accompagnati dai Blackland. I Farflung li vidi al Roadburn, e spaccano decisamente il culo, complice anche quella macchietta del cantante, quindi vale sicuramente la pena esserci.
E poi un concerto al Conchetta ha sempre un tocco speciale. E' qualcosa di più di un locale, è un concetto anacronistico di tutto ciò che dovrebbe essere un live club di rock 'n roll, ed è un'oasi libera da fighetti come quelli che infestano il sempre mitico Magnolia. Dopo lo sgombero e la conseguente rioccupazione, le Night For The Deaf sono diventate sempre meno purtroppo, quindi le vivo come un evento per il quale presenziare è doveroso.
Si prevede la presenza in massa della solita cricca, quindi sarà come essere ad un pranzo di Natale un po' più psichedelico del normale.

La spada diventa spadino

Purtroppo i The Sword annunciano la cancellazione dei tour europeo ed americano a causa dell'abbandono del batterista Trivett Wingo. Ecco l'annuncio:

On the heels of the cancellation of their European tour, Austin, Texas luminaries THE SWORD are also regretfully canceling the remainder of their scheduled U.S. dates due to the departure of their drummer, Trivett Wingo. The split is amicable and both Trivett and the rest of the band wish each other the best of the luck with their respective plans. THE SWORD is already working diligently to reschedule its European and U.S. dates.

Commented Trivett: "It is with deep sadness that I am announcing my departure from THE SWORD.

"After nearly seven years and some of the most amazing adventures of a lifetime, I have arrived at a place where I am physically and emotionally unable to continue on as part of THE SWORD. If I could go any further, I would as I love the music and JD, Bryan and Kyle are people that I deeply respect, but I have reached a point where I just can't do this anymore. I would like to thank the wonderful people who made this experience what it has been: the fans, the people that I have worked and all of the bands and musicians that have inspired me over the years. I thank you and apologize for any disappointment that this may cause anyone, not least of which THE SWORD."

The remaining members of THE SWORD have released the following statement regarding Trivett's departure:
"We wish Trivett nothing but the best, and it is with heavy hearts that we bid him farewell. He is a phenomenal musician and has been an integral part of this band's success. He helped to lay the foundation that we will continue to build upon, and we wouldn't be where we are without him. We wish he could continue the adventure with us, but we understand that the life of a touring musician is not for everyone. It's been a hell of a ride, and we're sad to see this part of the journey end. The show must go on, though, and will be back on the road as soon as humanly possible."

Che peccato! L'ultimo Warp Riders è un album davvero notevole, e sono convinto che anche dal vivo questi ragazzi ci sappiano fare. In ogni caso la buona notizia è che hanno tutta l'intenzione di continuare e che sono già alla ricerca di un nuovo batterista per recuperare entrambi i tour. Non ci vorrà molto per trovare un drummer con le palle che voglia impegnarsi in una band di ottime prospettive come questa, sono sicuro che sentiremo presto novità a riguardo.

lunedì 4 ottobre 2010

"Cinematografò"

Andare al cinema due volte in una sola settimana per vedere due tamarrate di quelle giuste, non ha prezzo!
the horde
Cominciamo dalla fine...
The Horde: questo film francese giunge nelle sale in ritardo mostruoso, quasi fantozziano, rispetto alla sua data di uscita all'estero, e già questo fa girare le palle. In ogni caso è un piacere notare come la distribuzione nel milanese sia buona, e che si possa trovare in molti cinema e con diverse scelte di orario. Il film ha grandi potenzialità, ci sono zombie, un manipolo di anti-eroi armati ed incazzati (bella l'idea dei poliziotti vendicatori uniti agli spacciatori che volevano ammazzare), e un palazzo-fortezza fatiscente e disabitato. Peccato che il film sia una patacca senza arte ne parte! Non c'è una storia, tutto accade senza un perchè; un morto pieno di pallottole resuscita attaccando i malcapitati sotto tiro e guardando fuori da una finestra si scopre che la città è in fiamme e piena di zombie assetati di sangue. Tutto quindi scorre senza un perchè, e questo non contribuisce a creare l'atmosfera di tensione e paura che servirebbe in uno zombie movie che si rispetti. Se poi in tutto questo si inseriscono anche personaggi senza anima, macchiette grottesche (il vecchio matto sarebbe indecente anche in un film malatissimo di Fulci) e dei dialoghi davvero scadenti uniti ad un doppiaggio non perfetto, allora la frittata è fatta. Un paio di scene di tutto rispetto ci sono, ma è davvero poco per un film che non ha mantenuto quelle che erano le premesse. Bocciato senza possibilità di appello. C'è un motivo per andare al cinema a vederlo però: questi film "di nicchia" solitamente vengono snobbati dalle sale più comuni. La presenza degli appassionati è doverosa per non dare un pretesto a chi non vede l'ora di archiviare l'horror in favore di puttanate in stile cinepanettone.

Ma ora è il momento della vera chicca: The Expendables (I Mercenari).
Parlare della trama sarebbe superfluo, perchè sappiamo tutti che ci saranno un dittatore sudamericano, della droga, una donna da salvare e un sacco di esplosioni. Troppo facile da indovinare...I Mercenari è una sorta di tributo all'action anni '90, un film in cui è necessario spegnere il cervello e godersi tutto quello che c'è di tamarro sulla faccia della terra: testosterone a fiumi, macchine veloci, armi, bombardamenti aerei, pestaggi, torture, fighe da paura, esplosioni a tutto spiano. Il cast è composto da tutti i più affermati protagonisti dei film d'azione dello scorso millennio, da Stallone (regista e attore), a Dolph Lundgren, passando da Bruce Willis per poi giungere a Mikey Rourke e a tanti altri. La domanda fatidica è una: The Expendables è una cagata? Ovviamente si!! Ma è una di quelle cagate che ti esaltano, che portano indietro l'evoluzione dell'uomo di parecchie migliaia di anni, ed è esattamente quello che deve fare un film del genere. Promosso!!

giovedì 30 settembre 2010

Black Mountain @ La Salumeria Della Musica // 29-09-2010



Dopo un album stupendo come In The Future ed un ottimo ultimo lavoro come Wilderness Heart, la presenza al loro live di ieri sera era d'obbligo!

Location decisamente inaspettata. Conoscevo la Salumeria Della Musica come un Jazz club con qualche divagazione sul blues e sulla black music in generale, ma forse sono rimasto un po' indietro coi tempi, visto che l'ultima frequentazione risale ad almeno otto anni fa. Il posto è comunque piacevole, e se non fosse per la birra a sei euro, ed un pubblico un po' troppo trendy/fighetto, sarebbe stato tutto perfetto.

Senza troppi giri di parole, i Black Mountain spaccano il culo! Sul palco non saranno particolarmente coinvolti ne travolgenti, ma di musicisti così ce ne sarebbe sempre bisogno. Macinano un set di un'ora e venti circa senza sbagliare un colpo, senza tirare troppo il fiato, e mostrando un tiro micidiale sui pezzi più rock e psichedelici. Non per niente a mio parere sono questi ultimi i brani che dal vivo rendono meglio, al contrario di alcuni tra i pezzi più soft e folk di Wilderness Heart che seppur bellissimi ho apprezzato di più su disco, e che forse necessitano di ancora un po' di rodaggio nei live. Il finale ultra psichedelico è stato un vero viaggio, con una ritmica martellante ed inesorabile, accompagnata da una chitarra in grado di stordire la mente.

Ho pochi dubbi, siamo di fronte ad una band di spessore, capace di unire l'underground al mainstream con maestria e senza snaturare le radici musicali dalle quali traggono costante ispirazione.

I lati positivi li ho descritti, tra quelli negativi ci metterei:
1) I volumi un po' bassini.
2) Il bastone nel culo della cantante, che le impediva qualsiasi movimento se non appena accennato.
3) Non hanno fatto Bright Lights.
Nulla degno di intaccare uno show davvero più che positivo!

mercoledì 29 settembre 2010

Ultime notizie dal fronte

Dopo una lunga pausa meditativa, mi sono dato all'ascolto di qualche nuovo disco targato 2010.
The Sword
Si comincia con Warp Riders dei The Sword, e si fa subito sul serio! Bel disco, solido, ben prodotto, ben suonato, e con alcuni brani davvero degni di nota. Rispetto al passato la band ha intrapreso la via del cambiamento, abbandonando la vena più doom a favore di influenze seventies e metal vecchio stampo. Ci sono dei gran riffoni, che sparati a tutto volume fanno davvero godere, ma se proprio bisogna trovare un difetto, alcuni vanno avanti troppo a lungo. Consigliatissimo!
Quest For Fire
Il secondo disco è Lights From Paradise dei Quest For Fire. Dopo aver letto grandi cose sul loro primo disco, ho voluto toccare con mano il nuovo lavoro della band. Che dire...album davvero bellissimo! Tanta psichedelia, stoner quando serve, e valanghe di grunge! Si, perchè questo disco suona molto "anni 90", facendo tornare alla mente i tempi che furono. La voce non è la colonna portante della band, ma le melodie sono spesso talmente azzeccate ed efficaci che si stampano in testa sin da subito. Credo che Lights From Paradise finirà nella top 10 di quest' anno.
The King Of Frog Island
Arriviamo alla nota dolente...sto parlando dei The King Of Frog Island, con il loro III. Questo è un disco decisamente trascurabile. Ci sono alcuni buoni spunti, e qualche buona idea la si può trovare, ma qui mancano proprio i pezzi, non ci sono ne ispirazione ne creatività. E' un album di riempitivi, nulla di più.
Black Mountain
Chiudo parlando dei Black Mountain con il nuovo Wilderness Heart. L'approccio rispetto ad un discone come In The Future è più soft, c'è più folk, più melodia. Le soluzioni paiono meno complesse, e tutto sembra scorrere liscio e tranquillo. A volte un po' troppo tranquillo per dir la verità, visto che forse un paio di pezzi più duri potevano starci. In ogni caso è un lavoro più che positivo, e sono convinto che con gli ascolti crescerà parecchio, nonostante lo scomodo paragone con il suo fratello maggiore In The Future. Stasera me li becco anche live, olè!

lunedì 6 settembre 2010

They won't stay dead!

Human flesh


"They keep coming back in a bloodthirsty lust for HUMAN FLESH!"
Una notte del 1968 ha cambiato per sempre la storia del cinema, dando vita ad un concetto di horror nuovo, moderno e terrificante. E' stata la notte in cui George A. Romero ha risvegliato i morti, e li ha fatti camminare sulla terra in mezzo a noi.
A living dead again!

Fino ad allora abbiamo visto di tutto sui nostri schermi: lupi mannari, vampiri, fantasmi, assassini spietati...ma non esiste un'immagine nella storia del cinema che sia più devastante di un'orda di zombie putrescenti che avanzano lenti ed inesorabili verso il loro pasto di carne umana! Il morto vivente moderno creato da Romero, è perfetto nella sua concezione: lento, capace solo di provare l'istinto primario della fame, è inesorabile, e soprattutto è già morto! Scordiamoci castelli infestati, fortezze barocche avvolte nella nebbia e costumi ottocenteschi...questa è realtà, questo è oggi! Un'america qualsiasi, popolata da persone qualsiasi che non possono far altro che fuggire, e ritardare ciò che sin dall'inizio appare inevitabile: una fine disperata.

Tutto il ciclo degli zombie è infatti caratterizzato da un pessimismo quasi esasperato. Le vicende hanno inizio in situazioni già compromesse, dalle quali si capisce subito che non ci sarà un lieto fine, e che pur sopravvivendo alla battaglia, la guerra avrà un solo vincitore. Questo è il modo del regista newyorkese di esprimere la propria dura critica verso la società americana dell'epoca. Una critica spietata, quasi nichilista, che pervade tutti i suoi lavori.
Survival!
Survival!

Night Of The Living Dead (1968) è stato un vero punto di svolta nel cinema horror, l'inizio di una saga e di una concezione dello zombie molto diversa da quella tramandata dalla tradizione. Posso solo immaginare l'impatto che abbia avuto la pellicola nel '68...sette persone si rifugiano in una casa di campagna, inseguiti da un'orda barcollante di non morti. Nessuno di loro sa chi siano, nè cosa sia accaduto...sanno solo che sono affamati, e che non si fermeranno finchè non si saranno saziati della loro carne. I protagonisti rappresentano alla perfezione ciò che la società americana può offrire, con tutti i suoi difetti: un ragazzo di colore, una giovane fanciulla, una coppia di fidanzatini perbene, la famiglia borghese e bigotta. Una convivenza difficile...sarà solo l'istinto di sopravvivenza ad evitare che accada il peggio prima che gli zombie facciano capolino. C'è una televisione, dalla quale possono ascoltare notizie su ciò che sta accadendo nel mondo. Notizie poco confortanti: radiazioni venusiane stanno risvegliando i morti, ovunque nel mondo. Questo non fa altro che aumentare il livello di tensione e paranoia già altissimo per tutta la durata del film, che si conclude con un tipico esempio di imbecillità umana.
The
Dawn

L'importanza del primo capitolo è stata fondamentale, ma quello che ritengo il massimo capolavoro è il seguito: Dawn Of The Dead (1978). Qui ci si avvicina davvero alla perfezione. Un centro commerciale simbolo del consumismo moderno diventa rifugio di un gruppo di persone come al solito eterogeneo e contrastante. Il format è sempre lo stesso, si prova a resistere, a sopravvivere e a tentare un'ultima, disperata fuga. E poi zombie in quantità industriale che, seppur stupidi, lenti ed aggirabili, sono sempre più numerosi! Aggiungiamoci che questa volta ci sono i colori, un budget più alto del precedente (ma non esorbitante) e le musiche dei goblin, e chiudiamo il cerchio. Pietra miliare!




Dead
Everywhere
Dopo la notte, e dopo l'alba, fu il Giorno Dei Morti Viventi (Day Of The Dead, 1985).



E come il giorno che avanza, anche l'epidemia ha avuto la sua inevitabile evoluzione, dilagando nel mondo. I morti hanno preso il controllo della terra, relegando gli umani a vivere come topi nel sottosuolo. Il vero cambiamento in questo film sta nella nuova veste attribuita agli zombie. Infatti un gruppo di scienziati, capeggiati dal Dottor Logan, scoprirà che hanno capacità di adattamento e di apprendimento, possono evolversi. Il rapporto che si crea tra Logan e le sue "cavie" è intenso, e comincia a diventare sempre più difficile scegliere da che parte stare quando i vivi mostrano la loro parte peggiore. E' un capitolo più riflessivo rispetto ai precedenti, ma col passare dei minuti lo splatter si fa strada, e ci consegna delle scene mitiche, che definire disturbanti è poco!



Ne La Terra Dei Morti Viventi (Land Of The Dead, 2005) il mondo è sconvolto. Gli unici esseri umani rimasti vivi sono asserragliati nel quartiere di una grossa città, abbandonati a loro stessi. Solo un piccolo gruppo di ricchi "uomini d'affari" gode di vita agiata all'interno di un grattacielo, che ricorda proprio un enorme centro commerciale (guarda un po'...). Fuori dalla cerchia della cittadella gli zombie "vivono" in quello che rimane della città, sbeffeggiati, ghettizzati dalla minoranza ancora in vita. Chi sono i cattivi allora? Chi è carnefice e chi vittima? La vera minaccia è davvero rappresentata dagli zombie? Quello che è certo è che questi cadaveri ormai sono evoluti, e capitanati da un benzinaio di colore "illuminato" partono all'assalto della città, per liberarsi dalle catene nelle quali sono costretti da troppo tempo.





E' qui che finisce il ciclo classico dei morti viventi, ed è una degna conclusione. Romero ci lascia con molte questioni irrisolte, ma sarà compito nostro dare le risposte opportune scrutando nei meandri della nostra coscienza.
Il successivo capitolo del regista di New York è Le Cronache Dei Morti Viventi (Diary Of The Dead, 2007), ed è qualcosa di effettivamente differente rispetto a quello a cui eravamo abituati, tanto che personalmente non lo considero un proseguo della saga, ma un extra (quasi) indipendente. Si tratta di una sorta di diario, il quale narra le vicende di una troupe amatoriale, che si trova invischiata in una lotta per la sopravvivenza nel tentativo di tornare alle proprie case, dove si illudono di poter trovare rifugio, o almeno i propri cari. Le riprese sono in prima persona, nello stile che recentemente abbiamo visto anche in film come Cloverfield e Paranormal Activity. Bisogna farci l'abitudine, ma comunque il risultato non è male. La componente sociale è ancora più evidente, quasi sbattuta in faccia allo spettatore, e tutto sommato la storia passa in secondo piano. E' comunque un buon film, e lo stile di Romero c'è tutto, seppur senza trovate particolarmente originali e personaggi ben caratterizzati. Mi è piaciuta moltissimo la scena in cui il giovane regista Jason Creed spiega agli attori del suo film che gli zombie sono morti, putrefatti, e per questo motivo si devono muovere lentamente. Non possono di certo correre dietro alla propria vittima! Alla faccia dei morti viventi arzilli e scattanti (e inverosimili aggiungerei) che si vedono in altri film.

L'universo creato da George A. Romero è ineguagliabile. La paura e la tensione che si provano guardando i suoi film mettono a dura prova chiunque sieda davanti allo schermo, e potrebbero far saltare i nervi ai più deboli di cuore. Gli ambienti claustrofobici, e la sensazione di non avere scampo, di essere in trappola, opprime, schiaccia, terrorizza. Il morto che si risveglia gela il sangue dell'uomo sin dalla notte dei tempi, ma in questo caso si è andati oltre. Gli zombie siamo noi, tutti noi, e abbiamo già perso. La forza di questi film è infatti la duplicità di interpretazione che possiamo dargli. Chi bada al sodo avrà comunque a sua disposizione degli horror eccezionali, paranoici e terrorizzanti; chi invece cerca di spingersi oltre il velo dell'evidenza avrà tante sorprese, e tanti spunti di riflessione sulla visione della società moderna da parte del regista. I riferimenti sono molteplici, e non sarà difficile coglierli ed interpretarli.



Che eredità ha lasciato l'opera del regista?

Senza dubbio ha influenzato con decisione tutto l'horror dagli anni '70 in avanti portandolo in quella che sarà l'epoca moderna, ha creato una nuova visione, delle nuove strade da seguire. Le ultime generazioni nonostante non abbiano partecipato in prima persona alla crescita della creatura Romeriana, sono ancora figlie di quell'idea, di quel modo di fare cinema, e sarà così finchè un nuovo genio sconvolgerà un'altra volta le nostre menti.




George A. Romero non ha inventato lo zombie, ma ha saputo rimodellarlo, plasmarlo su quella che è la società in cui viviamo, dando vita ad un genere di terrore che è diventato il punto di riferimento da allora in avanti. E scusate se è poco.
Tom Savini
p.s. un grande merito lo ha anche l'ormai mitico Tom Savini. I suoi effetti speciali hanno reso ancora più grande tutto questo.

giovedì 19 agosto 2010

Roadburn 2011...Gentleman, Start Your Engine


Sembra presto per parlarne, ma Walter e soci difficilmente si perdono in chiacchere inutili. I preparativi per l'edizione 2011 del Roadburn sono nel vivo, e cominciano già i primi pronostici sulle band che presenzieranno. Pare che tra i primi più o meno confermati, questo non l'ho ancora capito, ci siano i Pentagram, quindi si comincia subito a fare sul serio!

Questo è un estratto del comunicato pubblicato sul sito del Roadburn qualche settimana fa:

"...Sadly, harsh reality has proved to be kind of a buzzkill. The underground scene, too, continues to suffer from the global financial crisis. It’s getting harder to arrange one-off shows since so many established bands need to tour two or maybe three times a year in support of their latest release to be able to keep doing what they are doing, while new bands have it even rougher. As a last resort some bands end up drastically raising their fee.
It is also getting more difficult to fly bands in just for the festival due to the huge jump in airline ticket prices. Plus, some (US) cult bands can’t make it over here because promoters are unable to book them a full European tour. These are things we have to deal with on a daily basis right now, but we are not going to let them bring us down! In fact, we are positively brimming with ideas and we are going to rise to the various new challenges and make Roadburn 2011 just as epic as every edition so far. We’re up for it…how about you?..."


Purtroppo i problemi ci sono, è inutile negarlo. Il crollo economico si avverte anche nelle più piccole pieghe del mercato underground, figuriamoci in un festival che, seppur di settore, ha una dimensione internazionale e fa girare parecchi soldi. Se l'Olanda ed altri paesi europei o d'oltreoceano possono comunque rimanere a galla, in Italia la situazione è tutt'altro che semplice se consideriamo le strutture paleolitiche che circondano la scena musicale del belpaese. Si naviga a vista, chiappe strette e via!

Detto questo, la difficoltà nel mettere in piedi una line up leggendaria potrebbe aprire delle possibilità a band europee che finora hanno avuto meno spazio in manifestazioni così grandi, e potrebbero esserci delle gran belle sorprese. O delle grandi delusioni, ben inteso. Di certo non sarò del partito di che vorrebbe al Roadburn la band che sta sotto casa, o gli amici degli amici perchè "spaccherebbero il culo a tanti gruppi tra quelli che ci suonano di solito". E' vero che spesso ci sono band mediocri, gruppi trascurabili che vendono poco o nulla, ma è altrettanto vero che alcune di queste formazioni hanno centinaia di concerti alle spalle, ed esperienza da vendere. A me sembra che il livello medio di professionalità in quel del Roadburn sia più alto rispetto a quello dell'underground italico, e che prima di meritarsi opportunità del genere, ce n'è di strada da fare...( e di culi da leccare, ovvio)

Se dovessi scegliere su due piedi un nome italiano da spedire a Tilburg, direi Midryasi.



Intanto, la notizia ufficiale è che quest'anno i curatori della serata di venerdi saranno i Sunn O))), ed io sto già cominciando a godere! I Sunn mi rompono i coglioni, ma vederli dal vivo credo sia imprescindibile, e farlo dal main stage dello 013 sarà una gran figata. Inoltre quando si parla di Sunn O))) si parla di Southern Lord, ed è da qui che possono venire fuori cose molto interessanti. Ad un bis dei Goatsnake non voglio nemmeno pensare, ma dei Boris che suonano Altar, o un altro viaggio con gli Om li vogliamo buttare via? Staremo a vedere, intanto mi trastullo immaginando i Corrosion Of Conformity on stage. Si, io ci credo! Non voglio dirlo troppo forte, ma la sensazione è che potrebbero esserci, sembra che ad indicarlo ci sia più di una coincidenza (qualcuno ha parlato del 7" in arrivo dalla Southern Lord?).

Conclude esprimendo il mio desiderio, come fa ogni bambino che si rispetti prima del Natale (che per me arriva a metà Aprile): Rotor.


mercoledì 18 agosto 2010

The Summer Is Magic

Che Jenny B mi protegga!

Le misere ferie estive di questo 2010 insipido sono finite. Torno a casa e cosa trovo?

Balotelli al Man City, Cossiga nel bagagliaio di una Renault (ops...), gente che schiatta gettandosi in piscina dalla finestra, Berlusconi ancora al governo, bombe inesplose a Redecesio, preti skater, Marina Berlusconi in Topless, cassette del backup da cambiare, Rossi alla Ducati, nuovi video live dei Soundgarden, i Sunn O))) che cureranno il sabato del Roadburn 2010, Antonio ancora chiuso per ferie.

Ma nemmeno la morte di Cossiga, o le tette della Berlusconi riescono ad entusiasmarmi, ho bisogno di una vacanza vera, di un viaggio come si deve. Sono tornato più abulico di prima!

Jenny B, aiutami tu!!

mercoledì 4 agosto 2010

Piranha (ancora più tamarri) e dintorni

Per chiunque pensasse a Piranha 3D come un film tamarro, allora consiglio di procurarsi l'ultimo capolavoro della tragicomica Asylum (si, sempre loro...), che ha preceduto l'uscita di Piranha 3D di qualche tempo, ed ha sfornato Mega Piranha. Non c'è molto da aggiungere, il trailer dice tutto.



Per i meno informati, la Asylum è solita fare uscire torbide imitazioni di prossimi film di successo con largo anticipo. Per esempio, questo è uno degli indimenticabili film capolavoro di questa casa di produzione che ci fa sorridere da anni. Da notare la presenza di un Lorenzo Lamas ripulito, e palesemente in crisi finanziaria per accettare una parte in un film del genere.


Esistono solo due mostri nella storia del cinema che a mio parere non possono essere eguagliati, nemmeno da quei fottuti geni della Asylum...
The Giant Claw...


...E Gamera...


Questa è roba forte!!!

martedì 3 agosto 2010

Piranha Tamarro!


Si, ci siamo quasi!
A proposito di tamarrate (vedi post precedente), non posso non amare già il prossimo Piranha 3D, che si preannuncia un film di una ignoranza decisamente sopra le righe. Trama classica, piranha preistorici intrappolati sotto la crosta terrestre riemergono a seguito di un terremoto (shit!), e infestano le acque di una località balneare, durante lo Spring Break (HOLY SHIT!!).
Come se non bastasse, pare che questa pellicola contenga la scena con più decessi di tutta la storia del cinema. Decisamente imperdibile per gli amanti del trash!

Ecco il trailer:



Senza esulare troppo dal tema, ieri sera ho visto su Sky San Valentino Di Sangue del 2009. Trama inesistente, recitazione da suicidio, personaggi circensi e finale con tanto di dubbio amletico su chi sia l'assassino. Però un minatore con maschera antigas che abbatte chiuque a colpi di piccone non può che avere la mia approvazione.



Uno slasher da gustare con birra e amici in una afosa notte d'estate.

lunedì 2 agosto 2010

Predators (Reloaded)

Eccomi di ritorno dal cinema, è stata l'ora di vedere il nuovo Predators. Avevo voglia di un bel film d'azione, senza fronzoli, e con tanta violenza più o meno gratuita, quindi mi sembrava quantomeno doveroso spararmi il nuovo capitolo della saga di questi cuccioli d'alieno.
Devo dire che questi ingredienti nel film li ho trovati, e mi sono divertito. Come già detto qualche post fa, si tratta di un episodio nuovo di zecca, che però mantiene qualche riferimento ai fatti accaduti nel lontano 1987.
Predators è un film d'azione puro, piuttosto crudo in alcune scene, ma avrei preferito un ritmo un po' più veloce, ed un'atmosfera più claustrofobica, visto che in una giungla così fitta si poteva alimentare la tensione all'infinito. Il regista ha optato per caratterizzare un po' le personalità dei protagonisti, non facendo mancare un tocco di buonismo nel finale che non mi è sembrato necessario, ma è in linea con lo svolgimento degli eventi. Ambientare la narrazione in una "riserva di caccia" non è forse un'idea da oscar, ma in Predators si tratta di sparare, di sopravvivere...chi se ne importa dei sofismi! Sempre meglio che un minestrone di remake che va tanto di moda, pollice alto per chi ha coraggio di cercare soluzioni nuove e di continuità.

Per quel che mi riguarda il film è promosso, seppur con qualche riserva. Un 6 se lo merita.
Certo, gli action movie in stile anni 80/90 non li avremo più, i tempi sono cambiati...quanto rivorrei Schwarzy pieno di steroidi e di cattive intenzioni, celate sotto una maschera totalmente inespressiva. Hasta la vista, baby.

lunedì 26 luglio 2010

Clutch live @ Magnolia // 22-07-2010

Quante volte ho sognato di vedere i Clutch dal vivo? Un'infinità! Anni e anni di attesa, e proprio quando avevo ormai riposto le speranze, ecco che Macello Magnolia regala un'altra perla alla collezione di illustri nomi.
Si apre sul palco piccolo con una band italiana di cui non ricordo il nome, che propone un southern/sludge alla Down, decisamente troppo derivativo, senza particolare personalità. E' poi il turno di The Big Sound Of Country Music, one man band che ha sempre il suo fascino. Suonammo insieme proprio al Magnolia qualche mese fa, e me lo gustai poco, ma stavolta mi sono piazzato dritto in prima fila. Si parla di Blues, e come lui stesso ammette, suona vecchio, impolverato...ed è così che si fa. Suoni marcissimi, grande personalità, e battute introduttive davvero esilaranti, bello show!
E poi i Clutch...palco grande per loro. D'altronde sono storia, il palcoscenico principale se lo sono guadagnato. Si parte e qualcosa non quadra, i suoni non sono un granchè (andranno migliorando), e soprattutto, ancora una volta, i volumi sono inadeguati (ma di questo parlerò dopo). Fallon c'è ed è in forma, così come Gaster, che è davvero una spanna sopra tutti, ma Tim Sult mi è sembrato moscio moscio. Devo essere sincero, mi aspettavo di più da una band di questo calibro. I pezzi sono sempre grandiosi, e davvero ben suonati, ma mancava la botta, soprattutto della chitarra. Non sto parlando solo dei volumi, che hanno comunque contribuito, ma della mancanza di grinta e di mordente! I pezzi suonati più lenti del solito non hanno fatto altro che acuire questa sensazione un po' fastidiosa di assistere ad un live col freno a mano tirato. La scaletta ha preso molto dall'ultimo disco, e spaziato tra i dischi precedenti con alcuni tra i loro pezzi migliori, anche se Blast Tyrant è stato un po' snobbato (grandiosa però Profits of Doom). Cosa posso dire? sono solo moderatamente soddisfatto, o forse è meglio dire leggermente deluso. Sono arrivato al momento del concerto con una aspettativa davvero altissima, convinto di assistere ad uno degli show più incredibili della mia vita. Dai Clutch è questo che mi aspetto, e non ho intenzione di abbassare l'asticella delle pretese!
clutch
E per concludere, vorrei ringraziare l'amministrazione comunale, che oltre a chiedere cinque euro per un parcheggio non custodito durante la settimana, impone anche questi limiti di volume tragicomici. Intorno al Magnolia ci sono solo il nulla ed un aeroporto, mi chiedo quindi quale possa essere il motivo per il quale limitare i db a 98 (dalle info che ho avuto), e quale mente illuminata possa aver partorito una idea tanto ridicola. Queste sono solo piccoli episodi in un mare di spazzatura che sta affossando la Milano musicale. Fino a poco tempo fa non esisteva band grande o piccola che fosse che non passasse da Milano per una data, ora mi accorgo che la tendenza è quella di trovare altre alternative. E' un caso? Non credo...a parte il Magnolia, il Cox e poco altro, dove sono i locali? E il volume di San Siro dove lo mettiamo? Vogliamo forse parlare di quello che serve per organizzare qualcosa in un palazzetto, dove il servizio è un bar e quattro cessi fatiscenti?
p.s. se la colpa di tutto questo non è dell'amministrazione di Milano cambia poco, li odio comunque, ed un motivo in più o in meno non fa grande differenza.
old
Questo è un paese per vecchi.

giovedì 15 luglio 2010

15 anni di Orange Goblin

This year marks the 15th anniversary of Orange Goblin and, to celebrate this, Jagermeister, Metal Hammer, and Terrorizer present the band on a rare and very special tour in December 2010. This will culminate with the annual OG Christmas show at the O2 Academy in Islington, London.
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Orange Goblin are very pleased to announce that for this tour they will be joined by not one, but two VERY special guests. US doom-rock heavyweights SOLACE, promoting their massive new album A.D. and one of the UK's finest bands, FIREBIRD, also promoting their new release, Double Diamond. This promises to be one of the tours of the year and tickets are on sale through each venue and various ticket outlets.
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The full list of dates for the tour is:
Wednesday 15th December – MANCHESTER, Sound Control
Thursday 16th December – GLASGOW, Ivory Blacks
Friday 17th December – BIRMINGHAM, The Asylum
Saturday 18th December – SOUTHAMPTON, Talking Heads
Sunday 19th December – LONDON, O2 Islington Academy
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Un pensierino ce lo faccio. Dopo la trasferta londinese per l'anniversario della Rise Above nel Dicembre 2008, potrebbe essere carino stappare uno spumantino anche per gli Orange Goblin in terra d'albione. Vedremo se ci sarà qualche testa calda che vorrà farsi un weekend fuori porta.

2010, giro di boa


Come procede questo 2010?

Vediamo di tirare brevemente le fila dei dischi usciti quest'anno ascoltati finora.

High On Fire - Snakes For The Divine : qui si comincia male...è un disco incazzato dalle sonorità metal delle più classiche, Matt Pike e soci buttano giù un sacco di riff violenti, ma dov'è la sostanza? Non ci sono pezzi da ricordare, nè momenti particolarmente elevati. Un po' banale, senza anima.
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Solace - A.D. : anche per quanto riguarda i Solace non riesco ad essere particolarmente benevolo. Nel disco ci sono i classici ingredienti della band, quindi riffoni che viaggiano sparati come un camion a tutta birra, ritmo e pesantezza, ma si nota un deciso calo creativo nella scrittura dei pezzi. La sensazione che ho avuto è simile a quella vissuta ascoltando l'ultimo degli High On Fire, cioè quella di un disco che scorre come un "tranquillo" fiume di pianura, senza quei picchi che è doveroso aspettarsi da un gruppo di questo calibro. Lavoro discreto, ma pensavo e speravo in qualcosa di meglio.
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Fatso Jetson - Archaic Volumes : c'è qualcuno che pensava ad un passo falso dei Fatso? Impossibile! Infatti il disco è davvero bello, perfetto per viaggiare in auto sotto il sole estivo. Sax e armonica danno un tocco in più ai pezzi nuovi, che ricalcano in pieno lo stile della band. Dopo averli visti dal vivo assaggiando in sede live i nuovi brani, riascoltare il tutto su disco non è stato semplice. Sul palco sono quanto di meglio ci si possa aspettare, e hanno un tiro che è ben difficile riprodurre in fase di registrazione. Detto questo, sfido chiunque a dimenticarsi in fretta le canzoni di Archaic Volumes. Ti rimangono stampate nel cervello, c'è poco da fare. Ci hanno regalato un'altra perla, ce ne vorrebbero mille di band così...
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Zoroaster - Matador : ascolto fresco fresco, di ieri! Ed è anche il primo disco degli Zoroaster che mi passa tra le mani. Mi piace, mi piace...belle superchitarre taglienti, a tratti acide (forse dico una cazzata, ma a tratti mi ricordano quelle degli Acrimony di Tumuli), momenti psichedelici fantastici conditi da una voce eterea che si inserisce alla perfezione. Pensavo fossero più pesanti...invece in Matador c'è anche spazio per un pezzo rock 'n roll come Trident. Promossi!
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Rotor - 4 : Che bel disco!! Dopo l'intro si parte con un pezzo molto strano, decisamente folle, un po' spiazzante a dire il vero. Andando avanti si rientra nei ranghi dello stile Rotor, ma non prima di An3R4, dove spicca la presenza della voce. Costa Verde è un pezzo che fa godere, ed è da qui che si riconosce la band con i suoi tipici tratti distintivi heavy psych. La conclusione, del tutto inaspettata, è affidata a Neatz Brigade, cover degli Obsessed!! 4 ha davvero pochi punti deboli, sento già odore di top ten 2010...


martedì 13 luglio 2010

Baroness live @ Magnolia // 12-07-2010

L'orario di arrivo alle 22:00 è stato perfetto, giusto in tempo per incontrare i soliti companeros dello stoner, bersi una birra, e portarsi davanti al palco per l'inizio della serata. Innanzitutto mi aspettavo che i live si svolgessero sullo stage grande, invece assisto per la prima volta ad una performace in zona mixer.
Primi sul palco gli Shinin' Shade, band di Parma di cui non avevo mai sentito parlare, e che non mi ha convinto al cento per cento. Rock psichedelico settantiano, ma con poco filo logico nei pezzi...comunque da rivedere. L'impatto con questo palco non è stato dei migliori, si è partiti con volumi bassissimi e suoni bruttini. Si è capito subito che sotto questo punto di vista la serata buttava male...
Baroness
Quando partono i Baroness la situazione sonora è solo di poco migliore, ma la differenza la fa la band! Partono forte, assatanati, e cominciano a sbriciolare i muri con i loro riff. Prestazione davvero fantastica, in tutta sincerità non mi aspettavo di vederli così in forma, e così tamarri. Ricordo gli altri due concerti a cui ho assistito (Innsbruck bel concerto, Roadburn solo discreto), e posso affermare che questo è stato senza ombra di dubbio il migliore dei tre. Il pubblico è partito a rilento (siamo a Milano d'altronde...), ma quando si è capito che i Baroness stavano spaccando il culo c'è stato il delirio! Diversi pezzi del nuovo disco, alcuni pezzi dal Red Album, e qualche chicca d'altri tempi per chiudere...gran bella serata, anche per loro. Sembravano davvero felici della risposta della gente, tanto da spingersi in sperticati elogi e gettarsi tra la folla per uno stage diving che si vede raramente in questi concerti. Se solo i suoni ed i volumi fossero stati degni, sarebbe stato tutto perfetto. In ogni caso sarà sicuramente uno dei live migliori dell'anno, non ci sono dubbi.
Baroness
Il tutto è finito poco dopo mezzanotte, quindi questa volta ho poco di cui lamentarmi. Ma voglio piangere un po' ugualmente: come cazzo si fa a far pagare cinque euro di parcheggio di lunedi?!?! Maledetti ladri!
Perkele
p.s. la famiglia di Perkele e dintorni è sempre il meglio che si possa trovare in giro.

lunedì 12 luglio 2010

Waka Waka? Rafa Rafa!

Inizia oggi la nuova stagione dell'Inter. Dopo il triplete della scorsa stagione ho ancora la pancia piena, ma presto si ricomincerà a fare sul serio e Rafa ha già chiarito che l'obiettivo è solo uno: la vittoria.Il mercato è ancora un'incognita, sia lato acquisti che lato cessioni, quindi per i sogni da ombrellone c'è ancora tempo. Intanto pare che dovremo tenerci un altro anno quel catafalco di Amantino Mancini, il quale sembra non voler accettare il trasferimento definitivo (e già pattuito) al Milan. Abbiamo venduto Quaresma e non riusciamo a sbolognare il tenero e soffice Amantino? C'è tempo, vedremo.
INTER
Ieri si è anche svolto l'atto finale del mondiale sudafricano, vinto da una grande Spagna. Forse è una squadra un po' presuntuosa, ma mette in campo il gioco che ho sempre sognato per la mia Inter. A parte questo, la finale è stata bruttissima, si solo viste solo facili occasioni sprecate, e botte da orbi. Degno di nota il middle kick in stile MMA di De Jong, roba di classe. Nel finale però le emozioni sono arrivate, con diverse occasioni da una parte e dall'altra per chiudere la partita e ha vinto la squadra migliore. Ho tifato Olanda, per la presenza di Wesley Sneijder, ma la vittoria sarebbe stato un premio troppo grande per i comunque mitici arancioni!
SUDAFRICA2010
Qualche considerazione su questo mondiale appena concluso:
1. E' stato un torneo divertente, anche senza l'Italia di mezzo.
2. Maradona secondo me pippa ancora, e non poco.
3. Le gnocche sono le vere vincitrici della manifestazione.
4. Assistere ad un intero servizio di studio aperto sulla nazionalità del polpo Paul è agghiacciante.

lunedì 5 luglio 2010

The Hole 3D


Mercoledi sono stato trascinato al cinema,senza avere la minima idea di cosa avrei visto. Questo mi preoccupava parecchio, visto che i film attualmente in programmazione sono tipicamente estivi, in poche parole totalmente inutili.
La scelta dei compagni di serata è ricaduta su The Hole 3D. Tutto sommato tra una rosa di film dai titoli agghiaccianti, un horror è sempre la scelta migliore! Inoltre è la mia prima esperienza di cinema in 3D, quindi la curiosità c'è. Poco prima di entrare in sala scopro che il regista è Joe Dante...non uno da quattro soldi! Chi se lo dimentica il mitico Piranha! Comincio a sperare, e mi butto sulla sedia.
Joe Dante
Sono stato decisamente troppo ottimista...questo è il classico film adolescenziale di stampo americano, con qualche salto sulla poltrona, una cricca di adolescenti alle prese con drammi psicologici, pruriti sessuali mai apertamente manifestati e una lunga serie di situazioni al limite della demenza. E' evidente che Dante ha cercato di dare al film un tocco d'ironia in stile Sam Raimi, ma piuttosto che situazioni divertenti, ci si trova di fronte a scene davvero ridicole; pupazzi tanto infernali quanto innocui, bambine fantasma dall'aspetto tremendo ma col cuore tenero, improbabili reduci fuori di testa a causa dell'oscuro buco nero, e chi più ne ha più ne metta.
A questo punto preferivo guardarmi un sincero teen horror movie di serie b! Non lo consiglio a nessuno.
The Hole 3D
E poi il 3D...l'impatto iniziale è stato tutto sommato positivo, è qualcosa a cui non si è abituati, e con qualche trucchetto ben congegnato si assiste a delle piccole meraviglie visive. Detto questo, lo trovo del tutto superfluo, poichè non aggiunge nulla all'economia di un film. Mi sembra solo uno specchietto per le allodole (dalla vita breve per altro), all'unico scopo di estorcere denaro ad un pubblico modaiolo...dieci euro, di mercoledi, è decisamente un furto! Almeno mi sono potuto tenere gli occhiali...sai che fortuna.

venerdì 18 giugno 2010

Se può essere ferito, può essere ucciso

Poco più di due settimane e ritornano gli alieni più tamarri della storia del cinema!Il 14 Luglio 2010 esce nelle sale italiane Predators, ultimo capitolo della saga diretto da Nimrod Antal.
Non si tratta fortunatamente di un remake, ma di un epidosio nuovo di zecca, nel quale un gruppo di umani poco raccomandabili viene rapito e trasportato sul pianeta natio dei Predator per diventare oggetto di una caccia spietata. Gli ingredienti per un film divertente ci sono tutti, e i trailer ufficiali e non che si trovano in rete mi rendono ottimista. Anche tra i fan in rete c'è molta attesa, è questo mi riempie di fiducia, considerando la solita diffidenza e la ormai consueta freddezza per le nuove uscite che richiamano grandi nomi del passato.
Se Antal non avrà ridotto Predators ad una americanata tutta esplosioni, acrobazie impossibili e sesso nella Jungla, e se darà il giusto peso alle caratteristiche ed alla tensione che possono generare questi alieni tutti d'un pezzo, allora ci sono le premesse per una pellicola di tutto rispetto. E' un film violento, ma la violenza bisogna saperla raccontare con classe.
Non so nulla degli attori, ma senza Schwarzy si perde quel tocco di trash che nei film d'azione ci sta sempre!

Colpo gobbo a Vigevano!


Ed ecco che quando meno te l'aspetti, spuntano gli Yawning Man! L'appuntamento è per il 3 Luglio, al Jack Bikers di Vigevano, in occasione del festival Crash Fest. Come se non bastasse, ad aprire la serata ci saranno i Samsara Blues Experiment, e prima ancora i Da Captain Trips.

Purtroppo Mario Lalli non sarà della partita; dopo il recente tour europeo con i Fatso Jetson c'è da prendersi cura del ristorante di famiglia. Sierra Madre è affamata e i Lalli hanno il compito di rifocillarla.

mercoledì 19 maggio 2010

Deftones - Diamond Eyes

Dopo settimane di ascolti, di valutazioni, di considerazioni, posso dire che questo disco spacca il culo! I Deftones sono tornati, e lo fanno nel migliore dei modi.
Dopo i primi tre dischi meravigliosi, la mancanza forse di creatività, e forse di motivazione si era fatta sentire. Non che gli album Deftones e Saturday Night Wrist fossero brutti, ma la sensazione di scarsa vena in fase di composizione si faceva sentire, rendendo questi lavori un po' sterili ed impersonali.
Evidentemente a Sacramento tira aria buona ultimamente, perchè subito dalla prima traccia, la titletrack Diamond Eyes, si capisce che i Deftones sono tornati a fare sul serio, con suoni perfetti e pesanti, aperture classiche della band e groove a tonnellate. C'è tutto il meglio della band in questo disco, da pezzi alla Around The Fur come CMND/CTRL e Rocket Skates a brani più d'atmosfera come Beauty School e Sextape. Ho amato da subito il riff assassino di Royal, e il ritornello di Prince, che in un album come White Pony non avrebbe sfigurato minimamente. L' intro di You've Seen The Butcher mi ha subito ricordato Bored. Che sia una sorta di autocitazione del loro debutto?
Il giudizio finale è molto positivo. Diamond Eyes è stata una sorpresa per me, e scommetto anche per molti dei fan della band. In un periodo che non offre molto al di là di reunion di dubbio gusto, e dischi mediocri, questo album è una manna dal cielo! Se penso che non c'è la minima traccia di un ricambio generazionale mi vien voglia di spararmi nelle palle, ma intanto mi godo questa perla, e incrocio le dita per il futuro.
Ecco il video ufficiale di Rocket Skates