Sotto consiglio della befana faccio qualche considerazione sull'anno appena passato e su quello che ha appena avuto inizio.
L'eredità del 2011 è pesante da sostenere, le strutture per la musica qui a Milano spariscono in fretta e quasi di colpo ti ritrovi a non dover più scegliere a quali serate presenziare...perchè semplicemente non ce ne sono, almeno non come qualche anno fa purtroppo. Il Magnolia vira pesantemente sull'indie, il Conchetta non riesce ad essere un appuntamento fisso, il Downtown del Leoncavallo è decisamente sottoutilizzato; la situazione non è buona. Il peso della musica heavy sembra tutto sulle spalle del Lo-Fi, che però a causa di una acustica terribile e di un pubblico milanese difficile da far affezionare, fatica a tenere il passo e a diventare punto di riferimento. Chi trae vantaggio da questa situazione è il Bloom, che si aggiudica band di livello mondiale e stravince a suon di sold out.
Uscite discografiche particolarmente entusiasmanti non ce ne sono state, ma diversi album di buon livello invece si. Mai nella vita avrei pensato che i Foo Fighters avrebbero potuto scrivere quello che considero il disco dell'anno; Wasting Light è sicuramente il punto più alto della loro discreta ma non certo miracolosa discografia. E poi ci sono i Mastodon, che pur senza le mazzate sui denti fanno mostra di una classe fuori dal comune, i Graveyard, i Crowbar, gli Yob che danno lezioni di sludge, un Wino che con i Premonition 13 si dimostra immortale, i Wolves In The Throne Room che ho imparato finalmente ad apprezzare, la bella scoperta dei Grails e la conferma dei Machine Head come band degna del Big 4.
Tra gli italiani i Dead Elephant mi hanno convinto con Thanatology, disco oscuro e potente, mentre gli Zippo si confermano tra i migliori. Maktub è un album non facile, piuttosto complicato ai primi ascolti, ma di grande spessore. Mi sono piaciuti molto anche The Sinatra's, Southell, Slow Order e Cannibal Movie.
Ho parlato poco sopra del Big 4. Ebbene, è stato uno dei concerti più belli degli ultimi anni. Dei Metallica si può dire tutto, ma dal vivo sono quasi irraggiungibili. E poi ho cominciato a riacquistare interesse per i grossi eventi, quindi concerti come questo ed il Rock in IdRho me li sono proprio goduti. Sono pronto a confermare il trend anche nella prossima stagione, tanto che i cento euro per il pit dei Black Sabbath li ho spesi a cuor leggero ed ho già in mente altri piani diabolici per il futuro. In ogni caso nulla è comparabile al live dei Fu Manchu a Torino, per me è stata davvero un'emozione incredibile, in pieno stile fanboy!
Come da tradizione non ho aspettative per l'anno che è appena cominciato, voglio solo che i Soundgarden sfornino un album spaccaossa e che dopo finisca la moda delle reunion una volta per tutte. Mi allaccio all'articolo di Repubblica secondo il quale il rock potrebbe essere alla frutta e che tanto ha fatto discutere (a suon di insulti) gli appassionati...ovviamente si tratta di una stronzata interstellare, ma al di la della retorica banale dell'articolo ci sono indicazioni non incoraggianti che andrebbero considerate. Il rock non vive di solo underground, ha bisogno di visibilità, di folle urlanti, di soldi e scandali, voglio una next big thing ed una nuova ondata di rock da copertina, perchè è da li che escono le band che resistono al tempo e diventano leggenda. Sto cominciando a stancarmi delle reunion di vecchie glorie, di alcune band retro rock radicali, dei maniaci del revival e dell'underground a tutti i costi, non ne posso più di sentirmi dire che la musica che conta è finita con gli anni '70 e che sei un venduto se hai un video che passa in heavy rotation. Il passato non va dimenticato, continuiamo ad amarlo come è doveroso, ma guardiamo anche al futuro una volta ogni tanto, altrimenti l'odore di muffa si sentirà da un chilometro di distanza.
p.s. il disco dei Black Keys mi fa cagare, eccheccazzo!
2 commenti:
post fighissimo tranne quel post scriptum!!:)
a proposito di 'rock è morto', reunion a mai finire e altro ancora sulla tendenza del pop-rock a guardare sempre più al passato sto leggendo un bel saggio di Simon Reynolds 'retromania' e mi sembra di capire che non c'è speranza che la tendenza finisca, neanche se nuovi fenomeni si faranno avanti. Ci stiamo dentro fino al collo.
Piacerebbe leggerlo anche a me, vedo di procurarmelo. Sperando che non distrugga le mie speranze residue...
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